- La #Bacheca: #MUSICA Arturo Benedetti Michelangeli è stato un pianista italiano.
- #PiovonoLibri Il demone della perfezione. Il genio di Arturo Benedetti Michelangeli di Roberto Cotroneo
- La #Bacheca: #SPOT "Parting" (1987) featuring "When a Man Loves a Woman" by Percy Sledge
- #Narrazioni a Sipario Chiuso Mosè Bianchi è stato un pittore italiano.
- #RosedaAmare #Tratti e #Ritratti #AlFemminile Lady Godiva, o Godgifu fu una nobildonna anglosassone, moglie del conte Leofrico di Coventry (Inghilterra)
- Luce, da “Poesie sparse” (1917/1936), Federico Garcia Lorca (Traduzione di Claudio Rendina)
Arturo Benedetti Michelangeli (Brescia, 5 gennaio 1920 – Lugano, 12 giugno 1995) è stato un pianista italiano.
È stato uno dei più grandi interpreti del pianoforte del XX secolo, al pari di altri celebrati pianisti quali Gilels, Rubinstein, Arrau, Richter e Horowitz. Per via dell'unicità del suo tocco, delle iridescenze timbriche e della sua raffinatezza interpretativa, è considerato dalla critica «fra i più celebri, ammirati e mitizzati pianisti del Novecento».
Benedetti Michelangeli fu un grande appassionato di etnomusicologia ed estimatore del canto popolare proveniente dalla tradizione orale; vista la sua passione per la montagna, specialmente di quella alpina, soprattutto trentina. Le diciannove armonizzazioni di canti popolari che dedicò al coro della S.A.T. di Trento rappresentano la sua unica attività come compositore: una piccola produzione, nella quale è però racchiusa tutta l'incommensurabile eleganza stilistica che lo ha sempre contraddistinto.
A dispetto del carattere austero, in privato Benedetti Michelangeli era un appassionato dei personaggi di Walt Disney: ne guardava le pellicole ed era un assiduo lettore di Topolino, di cui consigliava la lettura ad allievi e collaboratori.. INFO
- Il demone della perfezione. Il genio di Arturo Benedetti Michelangeli
- di Roberto Cotroneo
- Neri Pozza, 2020
La leggenda di Arturo Benedetti Michelangeli comincia con la frase che il grande Alfred Cortot pronunciò quando il diciannovenne pianista di Brescia vinse il Concorso di Ginevra: “È nato un nuovo Liszt”. Se non propriamente un nuovo Liszt si era rivelato in quel momento uno tra i maggiori genî che il pianoforte abbia conosciuto. Ma la carriera di Arturo Benedetti Michelangeli non fu soltanto un tranquillo susseguirsi di trionfi: i trionfi vennero invece conquistati pagando un prezzo durissimo in termini di perenne ricerca della perfezione, di una perfezione che si collocava al limite estremo, e forse oltre, delle capacità umane. Una vita gloriosa e tormentata, una battaglia costante per superare se stesso, un destino di infelicità segnano il cammino di un artista al quale faceva difetto una sola delle molte qualità che secondo Ferruccio Busoni sono necessarie al concertista, il “dominio sulle proprie sensazioni in condizioni di ambiente irritanti”. #PiovonoLibri - INFO
"Parting" (1987)
featuring "When a Man Loves a Woman" by Percy Sledge
Un ragazzo in partenza per il servizio militare saluta la sua ragazza lasciandole un pacchetto con dentro un paio di jeans, probabilmente i suoi info
Mosè Bianchi (Monza, 13 ottobre 1840 – Monza, 15 marzo 1904) è stato un pittore italiano. Detto talvolta Mosè Bianchi di Monza[1], non va confuso con l'omonimo e pressoché contemporaneo Mosè Bianchi di Lodi[2].
Partecipa alla guerra di indipendenza del 1859; i suoi sette primi quadri appartengono al filone romantico, sulla scorta delle indicazioni del Bertini: il Ritratto di Simonetta Galimberti e il Ritratto di Giacinta Galimberti del 1861, conservati nei Musei Civici di Monza, L'arciprete Stefano Guandeca accusa l'arcivescovo di Milano Anselmo Pusterla di tradimento sacrilego, 1862, in collezione privata, e la Congiura di Pontida, 1862, esposta a Brera nel 1862 e nel 1863.
Finisce gli studi nel 1864 e ottiene la commissione della Comunione di San Luigi, per la chiesa parrocchiale di Sant'Albino, presso Monza. Si volge alla rappresentazione naturalistica, nell'ambito del gusto narrativo dei fratelli Domenico e Gerolamo Induno, in opere quali Una lezione di canto corale, La vigilia della sagra, 1864, Lo sparecchio dell'altare, 1865, che attirano l'attenzione dei critici sulla sua pittura; ma con Cleopatra e La Signora di Monza, del 1865, ricade nel genere melodrammatico del dipinto romantico pseudo storico. INFO - #PasseggiArte
"Fu saldo disegnatore, compositore disordinato, schiettissimo pittore, succoso, fresco, vario in quel suo cromatismo in cui il colore dei veneziani riecheggia senza affievolirsi, esperto di ogni segreto dell'arte nel rendere la finezza dell'atmosfera e nel modellare con l'efficacia della pennellata nervosa" (Colasanti).
Lady Godiva, o Godgifu (990 – 10 settembre 1067), fu una nobildonna anglosassone, moglie del conte Leofrico di Coventry (Inghilterra).Secondo la leggenda, cavalcò nuda per le vie di Coventry per ottenere la soppressione di un ulteriore tributo imposto da suo marito ai propri sudditi.
Godgyfu è regalo di Dio, Godiva è la versione latinizzata.
Secondo il Liber Eliensis, scritto alla fine del XII secolo da un monaco dell'Isola di Ely, era vedova quando Leofrico la sposò. Sia Leofrico che Godiva erano benefattori generosi delle case religiose.
Nel 1043, Leofrico fondò un monastero benedettino a Coventry. Ruggero di Wendover, scrittore del XII secolo, attribuisce a Godiva la forza convincente di questo atto.
Nel 1050, il suo nome è menzionato insieme a quello del marito su una concessione di terra fatta al monastero di Santa Maria di Worcester. Sono anche ricordati come benefattori di altri monasteri a Leominster, Chester, Much Wenlock ed Evesham.
Il suo sigillo “di Ego Godiva Comitissa diu istud desideravi”, compare su una lettera presumibilmente data da Thorold di Bucknall al monastero benedettino di Spalding. Tuttavia, questa lettera è considerata un falso da molti storici. Inoltre alcuni studiosi di genealogie hanno ipotizzato che Thorold, che compare nel Libro di Domesday come sceriffo di Lincolnshire, fosse suo fratello.
A Lady Godiva è intitolata una canzone del duo britannico Peter and Gordon. INFO
- Lady Godiva è stata anche immortalata nel poema Godiva di Alfred Tennyson.
- Roberto Vecchioni la cita nel suo brano "sei nel mio cuore".
- Dal poema di Tennyson il librettista italiano Luigi Illica trasse, nel 1911, una 'leggenda drammatica' musicata da Pietro Mascagni. Nel libretto di Illica, Godiva diviene Isabeau, figlia di Raimondo, sovrano di un regno collocato in un medioevo dai contorni indefiniti: unica figlia, rifiuta il matrimonio e il padre la costringerà, per punizione, a cavalcare nuda per le vie della città, accettando, però, la richiesta del popolo, affezionato alla 'reginotta', che nessuno la possa vedere durante la cavalcata sotto il sole di mezzogiorno. Ma Folco, un ragazzo di umile origine e sognatore, decide di infrangere il divieto e di vedere ugualmente Isabeau, celebrando la sua bellezza col gettare fiori al suo passaggio. Il popolo, inferocito, vuole la sua condanna a morte. Isabeau, inizialmente offesa, cede infine all'amore del giovane ed entrambi verranno lapidati dalla folla (Cfr. Carlo Botteghi, Isabeau. leggenda drammatica di Illica-Mascagni, a cura di Cesare Orselli, LoGisma, 2007).
- Cristina Hansen ha pubblicato un brano dal titolo Lady Godiva edito da Polydor nel 1987, poi diventato sigla d'apertura e colonna sonora della serie TV italiana Professione vacanze con Jerry Calà andata in onda su Italia 1 nel 1987.
Il segreto di tutto non esiste. Le stellesono anime che vollero dare la scalata al mistero.L’essenza del mistero le rese luce di pietra,
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