Vitré (in bretone Gwitreg, in gallo Vitræ) è un comune francese di 17.271 abitanti situato nel dipartimento dell'Ille-et-Vilaine nella regione della Bretagna.
Già sede di sottoprefettura (fino al 1926) e capoluogo di cantone, si trova alle porte della Bretagna al confine tra Normandia, Maine e Angiò; per la ricchezza del suo patrimonio storico e artistico ha ottenuto il riconoscimento di "città d'arte e di storia" da parte del Ministero della cultura francese.
Il sito di Vitré è occupato da tempi molto remoti, forse sin dall'epoca neolitica. Alcuni sondaggi archeologici esplorativi, svolti nella zona orientale della città nel luglio 2006, hanno individuato i resti di una fattoria gallo-romana risalente al 300-100 a.C. Prima della formazione di un agglomerato unico, la zona era occupata da piccoli villaggi distinti (Le Vieil-Bourg, Sainte-Croix, Le Rachapt e Saint-Martin).
Secondo alcune ipotesi il nome Vitré potrebbe avere origine da un nome proprio di persona gallo-romano Victor o Victrix, relativo al titolare di una proprietà della zona; secondo altri, può derivare invece dal latino Vicus.
L'anno 1000 segna la costituzione di un agglomerato unico derivante dalla fusione di Vitré e dei villaggi vicini. In questo periodo viene costruito un piccolo castello in legno sulla collina Sainte-Croix. Incendiato a più riprese, il castello viene successivamente donato ai monaci benedettini di Marmoutier. Un secondo castello, in pietra, viene fatto costruire intorno al 1060 dal barone Roberto I sul sito attuale, uno sperone roccioso che si affaccia sul fiume Vilaine. Vitré oggi È soprattutto da partire dagli anni 1950 che la città si è considerevolmente sviluppata ed estesa. Durante il periodo dei "trenta gloriosi" (dal 1950 al 1980), Vitré ha assistito a un forte incremento di popolazione grazie al massiccio esodo dagli ambienti rurali. Per lo stesso motivo, i comuni rurali periferici hanno visto un incremento molto basso della popolazione. Vitré è cresciuta di oltre 3.000 abitanti in vent'anni (dai 9.611 del 1954 ai 12.322 del 1975), pari al 28%. Ampie lottizzazioni si sono dunque sviluppate lungo gli assi attrezzati di tutti i quartieri cittadini, soprattutto quelli meridionali. Le periferie ospitano grandi aziende del settore agroalimentare, tessile, calzaturiero e delle chimica fine, nonché della grande distribuzione. Le zone commerciali presentano ancora uno sviluppo soprattutto nei settori meridionale ed orientale, e nelle campagne. Negli anni 1970 l'arrivo della superstrada a pochi chilometri ha accelerato lo sviluppo economico della città attirando numerose industrie. Il tasso di disoccupazione è molto basso rispetto alla media regionale e nazionale. Al momento la città si espande ancora sotto forma di quartieri residenziali a villini e zone produttive in periferia; il centro della città assiste a un moderato rinnovamento urbano. INFO
Le Locle (toponimo francese) è un comune svizzero di 10 444 abitanti del Canton Neuchâtel, nel distretto di Le Locle del quale è capoluogo. Ha lo status di città ed è sede di importanti aziende di orologeria.
Carlo Marx ha descritto La Chaux-de-Fonds come una « grande città-officina » ne Il Capitale, ove egli ha analizzato la divisione del lavoro nell'industria orologiaia del Jura. INFO
Edificata lungo la valle sinclinale omonima, a un'altitudine di 946 m, la città è delimitata a est da Le Crêt-du-Locle, a ovest da Col-des-Roches e dal confine francese. L'insediamento è formato da una serie di isolati disposti lungo l'asse di comunicazione che collega la Francia e la Svizzera. Le case, tipiche dei centri orologieri del Giura, sono costruite con pietre di calcare bianco. Le Locle comprende diversi quartieri, tra cui quello di Les Monts, a nord, di La Jaluse a sud, e il quartiere industriale di Les Billodes a ovest. Il Quartier Neuf, situato all'entrata est della città, venne costruito fra il 1856 e il 1861 su progetto dell'architetto Hans Rychner. A causa dei frequenti straripamenti del Bied che inondavano la valle (inondazioni), il corso d'acqua venne canalizzato all'inizio del XIX secolo fino all'altezza di Col-des-Roches, dove azionò importanti mulini sotterranei fino al 1898. In seguito il Bied venne coperto. L'espansione della città era ostacolata dai ripidi pendii della valle e da paludi che vennero prosciugate per consentire la costruzione di immobili nel centro. Incendiata a più riprese (1683, 1765, 1833; incendi), la località assunse il suo aspetto caratteristico nel secondo quarto del XIX secolo, in concomitanza con lo sviluppo dell'orologeria. Giurisdizione (mairie) della signoria di Valangin all'inizio del XV secolo, Le Locle fu capoluogo del distretto omonimo dal 1848 al 2017. Il benessere economico della città dipende in misura essenziale dall'industria orologiera e in particolare dalla fabbricazione di orologi di precisione e di macchine utensili (industria delle macchine). Daniel Jeanrichard, uno dei pionieri di questa attività a Le Locle e nella regione, creò un vero e proprio sistema di produzione a domicilio (Verlagssystem) e fondò un rinomato centro di formazione per apprendisti. La regione contava ca. 77 orologiai nel 1750, 800 nel 1800. L'orologeria soppiantò rapidamente l'artigianato tradizionale, che era un'attività di complemento all'agricoltura, e in particolare la confezione di ricami (alla fine del XVIII secolo si contavano ca. 500 ricamatrici). Nel 2004 il municipio è stato designato per la prima volta direttamente dal popolo; sono stati eletti tre esponenti del Partito operaio e popolare, un socialista e un membro del Partito progressista nazionale. INFO
Il territorio comunale è situato nel basso Salento e include un tratto della costa del mar Ionio. Il centro abitato, distante 58,6 km dal capoluogo provinciale, sorge in parte sul sito dell'antica Ozan (Uxentum in latino), importante città messapica. È sede della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Il comune di Ugento è stato riconosciuto come città d'arte e località ad economia turistica dalla Regione Puglia nel 2008 per le sue bellezze architettoniche, archeologiche ed ambientali.
Dal 14 novembre 2018 è gemellato con Arcugnano.
Il territorio di Ugento è vasto e piuttosto variegato. L'ampiezza della costa va di pari passo con una considerevole estensione nell'entroterra, caratterizzata da un sistema di coltivazione intensivo soprattutto di ulivo e vite e da massiccia presenza di aree di pascolo. Nonostante la grande estensione, le aree urbane sono relativamente piccole, il che spiega la non alta densità demografica.
Stratigraficamente il territorio è costituito da terreno vegetale e alternanze di calcari compatti (calcilutiti organogene), arenarie e calcareniti, terreni altamente permeabili e inclini a fenomeni carsici d'erosione (doline). Vista la totale mancanza di corsi d'acqua dolce superficiali, l'approvvigionamento idrico è dato dall'acquedotto pugliese e da pozzi artesiani.
Il dialetto parlato a Ugento è il dialetto salentino nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli. INFO
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