La crescita dell’attenzione per la crisi climatica e per il futuro del Pianeta tra i più giovani non va di pari passo con un aumento dell’educazione ambientale nelle scuole italiane. Tutt’altro. Oggi, infatti, come denuncia la Nuova Ecologia, sul tema si fa meno informazione rispetto a vent’anni fa. La storia di copertina del mese, “L’ambiente in classe”, è un viaggio nelle aule del Paese che evidenzia un disinvestimento in termini di risorse e politiche a favore dell’educazione ambientale, nonostante l’aumento dei bisogni sociali e una richiesta di maggiore impegno da parte dell’Unione europea. Una tendenza da invertire insieme a quella della povertà educativa che in Italia colpisce milioni di giovani. La strada per ripartire? Creare alleanze con i territori, dove gli insegnanti costituiscono i “patti educativi di comunità” e le eccellenze non mancano: è il caso, ad esempio, della scuola “Brancati” di Pesaro, decretata edificio più ecosostenibile d’Europa alla Cop26 di Glasgow. Gli approfondimenti nei servizi di Elisa Cozzarini, Alessandra Capizzi, Assia La Rosa, Vanessa Pallucchi, Teresa Panzarella e Andrea Poggio, accompagnati dall’illustrazione di Irene Rinaldi e dai ritratti di Rocco Rorandelli.
Enrico Fontana firma l’inchiesta sugli ecoreati “Ambiente indifeso”: falliti gli obiettivi di una direttiva del 2008, la Commissione europea ha deciso di mettere mano alla tutela penale dell’ambiente introducendo nuove sanzioni e nuovi delitti. Eppure in Italia la legge 68 del 2015 ha già prodotto ottimi risultati e sulla lotta alla criminalità organizzata nella sua dimensione transnazionale il nostro Paese può dare l’esempio. Grande assente nella nuova direttiva Ue, evidenzia l’approfondimento, l’accesso gratuito alla giustizia per tutte le associazioni ambientaliste: un vuoto che Legambiente tenta di colmare da anni grazie allo straordinario impegno, senza oneri, degli avvocati dei Centri di azione giuridica.
“Trenta e lode ai volontari”. Alla vigilia di Puliamo il Mondo 2022, il servizio di Emilio Bianco racconta i 30 anni della più importante campagna italiana di volontariato. In attesa dell’appuntamento in programma i prossimi 30 settembre, 1 e 2 ottobre – slogan di questa edizione “Per un clima di pace” – i ricordi e le testimonianze di chi, dentro e fuori Legambiente, ha contribuito a decretarne il successo.
Per la sezione Protagonisti, intervista all’ecofemminista Cécile Ndjebet: dall’infanzia nei campi segnata dalla povertà all’impegno ambientalista, l’attivista camerunense insignita dalla Fao con il Wangari Maathai forest champions award si racconta a Nuova Ecologia e spiega: “Senza un diritto di possesso garantito alle donne la gestione sostenibile delle foreste non può essere raggiunta”. Nel suo Paese, infatti, alle donne non è consentito di godere della proprietà delle terre, né di ereditarle: ma grazie al suo impegno e a quello dell’African women’s network for community management of forests, da diversi anni qualcosa è cambiato.
“Per chi suona la biodiversità” è il titolo dell’approfondimento a cura di Annalisa D’Orsi, alla scoperta dell’ecoacustica, disciplina scientifica emergente che permette di comprendere e monitorare gli ecosistemi attraverso le loro impronte sonore. Su Nuova Ecologia la storia di due progetti già realizzati in Italia.
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