Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu è una miniserie televisiva sulla vita del cantante Rino Gaetano andata in onda per la prima volta su Raiuno l'11 e il 12 novembre 2007 per la regia di Marco Turco e prodotta da Claudia Mori.
La miniserie è interpretata da Claudio Santamaria (Rino Gaetano), Laura Chiatti (Chiara, una manager di Gaetano) e Kasia Smutniak (Irene, la fidanzata di Gaetano).
Lo sceneggiato, che ha ottenuto un grande successo di pubblico, è stato criticato[1] da Anna Gaetano, sorella di Rino Gaetano che vi ha visto una "bellissima storia romanzata", ma poco o nulla aderente alla realtà. Viene mostrato - a suo parere - un Rino Gaetano alcolista, innamorato di una manager inesistente nella vita reale. Nessun accenno al matrimonio con la fidanzata che, invece, era imminente. Non si mostra la scena del tragico incidente stradale nel quale Rino perse la vita, dopo essere stato rifiutato da cinque ospedali ma si mostra una scritta in cui si dice il fatto prima dei titoli di coda.
- Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite
- di Rino Gaetano
- Editore: Mondadori
- Collana: Ingrandimenti
- A cura di: M. Cotto
- Data di Pubblicazione: maggio 2004
- EAN: 9788804527947
- ISBN: 8804527943
- Pagine: 189
- Formato: brossura www.libreriauniversitaria.it
- Il 2 giugno 1981, poco prima della 4 del mattino, il cantante era di ritorno a casa, a Roma, dopo una serata trascorsa con degli amici. Forse un colpo di sonno, forse un malore, fatto sta che la sua auto si scontra frontalmente con il camion di una persona diretta ai mercati generali, che stava invece iniziando la sua giornata lavorativa. L’impatto è tremendo e Rino Gaetano muore qualche ora dopo, senza poter contare su dei solleciti aiuti specializzati, in grado di arginare le conseguenze del trauma cranico riportato.
Rino Gaetano aveva solo 31 anni e la sua carriera si ferma lì, ma non la sua fama, che assomiglia a quella dei fiumi carsici. Dopo un periodo di silenzio e di indifferenza, la sua memoria è riemersa prepotentemente, tanto che oggi tutti gli adolescenti conoscono le sue canzoni, in versione originale o reinterpretata.
Ma il cielo è sempre più blu (a cura di Massimo Cotto, Mondadori, 2004, pp. 190, euro 14). Si tratta di un lavoro interessante e completo, che ha il pregio di dare la parola proprio al cantautore scomparso, senza troppe mediazioni, includendo i testi delle canzoni più famose, due ampi inserti fotografici e molto materiale inedito, tra cui racconti e testi per il teatro, che completano il discorso sul personaggio.
Gaetano, nato a Crotone nel 1950, oggi sarebbe ancora in attività, al pari di tanti altri coetanei e di altri protagonisti della musica leggera, come Antonello Venditti, con i quali la sua vita si è intrecciata, anche solo per un momento. La sua famiglia, di umili origini, si trasferì a Roma, seguendo il destino di molti meridionali, e lì è maturato il giovane Rino, che riesce a ritagliarsi un suo spazio nel difficile mondo della canzone, in un periodo, per giunta, delicato ed effervescente. La sua fase d’oro occupa la seconda parte degli anni Settanta, fino al fatale 1981, ma la sua breve parabola non è rimasta senza eco. Di fronte a lui, una domanda secca appare senz’altro ineludibile: perché le sue canzoni continuano a piacere?
La solitudine esistenziale ha un suo testo simbolo in Mio fratello è figlio unico, che riprende un tema antico e sempre vivo, che Quasimodo, ad esempio, aveva reso scrivendo che “Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole:/ ed è subito sera”. Rino Gaetano, da parte sua, riprende e personalizza la denuncia, terminando con un riferimento all’amore.Trattasi di canzonette, è ovvio, ma il messaggio è pur sempre significativo. Andando in questa direzione, la canzone più bella è forse Escluso il cane, in cui il quadrupede è l’unico a salvarsi in un mondo di silenzi e di indifferenza.
Il volume curato da Cotto pone giustamente in evidenza la canzone Ma il cielo è sempre più blu, del 1975, che è diventata una sorta di inno all’ottimistica volontà delle giovani generazioni, un invito a non desistere. Malgrado tutto quello che succede, insomma, malgrado le mille storture della realtà, non bisogna mai perdere la speranza in un mondo migliore. Un inno che piace e che trasmette energie positive, che completa il quadro di un cantautore in sicuro anticipo sui tempi, che porta avanti, anche con ingenuità ed asprezze giovanilistiche, una critica corrosiva verso la società, ma che si è congedato con una sintesi di entusiastica speranza.
"Quando un bambino | chiede alla sua mamma l'amore che non ha | è un soldato che chiede alla nazione | un poco di libertà. da Mondo in Re maggiore Fonte: le-citazioni.it
Chi canta Prévert, chi copia Baglioni
Chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
Chi è morto d'invidia o di gelosia
Chi legge la mano, chi vende amuleti
Chi scrive poesie, chi tira le reti
Chi mangia patate, chi beve un bicchiere
Chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
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