venerdì 8 novembre 2019

Love in a Blue Time Hanif Kureishi, Mio figlio il fanatico diretto da Udayan Prasad

Love in a Blue Time 
Hanif Kureishi,
Love in a blue time - Hanif Kureishi - copertina
Traduttore: Ivan Cotroneo
Editore: Bompiani
Edizione: 3
Anno edizione: 2001
Formato: Tascabile
Pagine: 208 p.
EAN: 9788845291586
Kureishi si allontana in parte dai temi tipici degli scrittori della diaspora indiana (l'ibridazione anglo indiana, la problematicità del concetto di patria, la difficoltà dell'integrazione ) per fotografare dieci periodi no, momenti di crisi i cui elementi non sono, nella maggior parte dei casi, strettamente legati a una determinata provenienza etnica.
Il primo racconto articola, attraverso la figura di un doppio, una serie di conflitti che riguardano anche i protagonisti - quasi tutti uomini, molti artisti, per la maggior parte insoddisfatti e a corto di soldi - di altri racconti: le aspirazioni personali contro gli affetti familiari percepiti come soffocanti, le seduzioni di una vita bohemienne e l'avanzare dell'età, le esigenze di espressione artistica e un desiderio di affermazione economica che è individuale ma anche frutto di un momento storico (gli anni '80, "la festa alla fine del mondo"), la passione contro l'abitudine.
I temi più strettamente legati all'esperienza anglo indiana tornano in tre racconti ("Non siamo ebrei""Mio figlio il fanatico" e "Con la tua lingua giù per la mia gola"), ma quello che interessa mi sembra siano le dinamiche interpersonali - quindi l'amore in un periodo no - più che i risvolti sociali nel loro complesso.
Kureishi scende in queste dinamiche con onestà, tenendo gli occhi bene aperti anche sugli aspetti più spiacevoli e squallidi, senza poter offrire soluzioni.
Hanif Kureishi è nato a Londra da padre pakistano e madre inglese. È romanziere, drammaturgo, sceneggiatore (e per una volta anche regista: London kills me, 1991). Ha scritto le sceneggiature per i film di Stephen Frears My Beautiful Laundrette (1985) e Sammy e Rosie vanno a letto (1987) e per The Mother (2003) e Venus (2006) di Roger Mitchell; il romanzo Il Budda delle periferie (1990) è divenuto uno sceneggiato televisivo per la BBC, e dalla raccolta di racconti Love in a blue time (Bompiani, 1996) è stato tratto il soggetto del film Mio figlio il fanatico diretto da Udayan Prasad; dal romanzo Nell’intimità (Bompiani, 2000) Patrice Chéreau ha tratto il film vincitore al Festival di Berlino 2001, Intimacy.
Mio figlio il fanatico (tit. orig.: My Son the Fanatic)
distribuito da Ist. Luce
Mio figlio il fanatico
Om Puri (Parvez), Rachel Griffiths (Bettina / Sandra), Akbar Kurtha (Farid), Stellan Skarsgård (Schitz), Gopi Desai (Minoo), Harish Patel (Fizzy), Sarah-Jane Potts (Madeline Fingerhut), Judi Jones (sig.ra Fingerhut), Geoffrey Bateman (il capo ispettore Fingerhut), Bernard Wrigley (ubriaco), Moya Brady (prostituta drogata), Badi Uzzaman (uomo in moschea), Bhasker Patel (Maulvi), Rowena King (Margot). 0/14
Tratto dal racconto Love in a Blue Time  dello scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi, è il ritratto di un taxista pakistano - che ha trovato un discreto benessere a Bradford, centro laniero dello Yorkshire - e dei suoi difficili rapporti con il figlio che improvvisamente si è votato al fondamentalismo islamico e rifiuta la cultura occidentale. Attraverso una interessante galleria di personaggi Prasad illustra il tema centrale della narrativa di Kureishi, il conflitto tra la cultura e i costumi occidentali e le proprie origini per gli immigrati asiatici. La trovata è quella di ribaltare i tradizionali ruoli del conflitto: qui sono i figli a difendere le radici e i valori originali contro i genitori che si sono ormai inseriti. Puri, celebre attore indiano, è un protagonista di ammirevole intensità.
«Alla fine salì di sopra e si mise a passeggiare davanti alla stanza di Ali. Quando alla fine aprì la porta, Ali stava pregando. Il ragazzo non lanciò neanche uno sguardo nella sua direzione.
Parvez lo prese a calci. Poi tirò su il ragazzo per la maglietta e lo colpì. Il ragazzo cadde. Parvez lo colpì ancora. La faccia del ragazzo era piena di sangue. Parvez ansimava, sapeva che il ragazzo era irraggiungibile, ma lo colpiva lo stesso. Il ragazzo non si riparava dai colpi, né reagiva; non c’era paura nei suoi occhi. Disse solo, attraverso le labbra spaccate: “Allora, chi è il fanatico  adesso?”.»
Tratto da: Mio figlio il fanatico, di Hanif Kureishi

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