
“Sandy Skoglund. Visioni Ibride”, prima antologica dell’artista statunitense Sandy Skoglund (1946), curata da Germano Celant a Torino negli spazi di CAMERA, il centro italiano per la fotografia.


Elementi, tutti, che si ritrovano nella mostra torinese, dove alcune sculture rimandano alle fotografie e viceversa.
Tra le tante opere storiche che compongono quest’esposizione, si ricordano i venti scatti della serie “True Fiction Two”, realizzata tra 1986 e 2005, che è una lisergica interpretazione dell’American Way of Life, le spettacolari composizioni di “Fox Games” 1989 e “The Green House” 1990, con i loro ormai iconici animali, volpi rosse e cani viola. Seguono il balletto di “Shimmering Madness” 1998, dove le statue e le figure umane condividono lo stesso spazio in una folle coreografia e il visionario pic nic di “Raining Popcorn” 2001. Si giunge così alle due opere più recenti, “Fresh Hybrid” 2008 e l’inedito “Winter” 2018. Sono i primi due capitoli di una serie dedicata alle quattro stagioni, tra le opere più ambiziose e impegnative dell’artista: riflessioni non solo sull’arte, ma sulla vita, nel sempre più complesso rapporto tra essere umano e natura, tra realtà e artificio.
La mostra è stata realizzata con la collaborazione della Galleria Paci contemporary di Brescia dal 24 gennaio al 23 marzo 2019
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Sandy Skoglund - Revenge of the goldfish, 1981 color photograph - Courtesy Paci contemporary gallery (Brescia - Porto Cervo) |
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