domenica 13 dicembre 2020

Fumo di Londra è un film diretto, sceneggiato ed interpretato da Alberto Sordi

Fumo di Londra è un film del 1966 diretto, sceneggiato ed interpretato da Alberto Sordi, qui al suo esordio alla regìa.
Dante Fontana, antiquario di Perugia e ammiratore maniacale della cultura britannica, si trova all'aeroporto di Fiumicino, accompagnato dall'amico Conte Bolla, dalla petulante moglie Anna, e dai due figli, Teresa e Carluccio. È in procinto di partire per Londra, col pretesto di partecipare ad un'asta per una scultura etrusca.
Giunto nella "City", si immedesima immediatamente nello stereotipo del gentleman britannico tipico, tentando di mascherare la propria italianità. Alloggia presso l'Hilton Hotel, in una camera con vista su Buckingham Palace. Corre quindi ad acquistare un completo "fumo di Londra", con bombetta, scarpe Lobb's, ombrello e pipa, e gira la città, immaginandosi ad assistere alle corse dei cavalli ad Ascot assieme alla famiglia reale, soffermandosi nella lettura del "Times" in Piccadilly Circus, e provando persino a mangiare piatti tipici inglesi, per poi desistere, ripiegando su un ristorante italiano. Il giorno dell'asta, varca la soglia di "Christie's", ed entra in competizione con l'anziana duchessa di Rutland. Dante non si lascia sfuggire l'occasione di spacciarsi per il marchese Fontana, nipote di un nobile omonimo defunto, che la nobildonna conobbe anni addietro.
Sfumato l'affare, a favore della donna, Fontana viene da lei invitato a trascorrere qualche giorno presso la sua residenza, il Belvoir Castle, nel Leicestershire. Decide dunque di rimandare il suo ritorno in Italia.
«Grantham, Belvoir Castle... non mi sembrava vero! Ero stato invitato da una duchessa inglese, nel suo castello inglese. Avevo paura che fosse tutto un sogno, e di risvegliarmi a Perugia!»
Dopo una lunga camminata attraverso la Vale of Belvoir, giunto presso l'imponente maniero, resta estasiato dalla bellezza di quest'ultimo, e viene scambiato per un comune turista. Una volta chiarito l'equivoco, partecipa suo malgrado alla tradizionale caccia alla volpe. Alla sera, durante la cena, egli fa la conoscenza degli altri membri dell'aristocrazia locale, tra i quali la giovane ed affascinante nipote della duchessa, lady Elizabeth, della cui bellezza resta affascinato. Più tardi Fontana, alticcio dopo aver bevuto molti bicchieri di Porto assieme ad altri ospiti della Duchessa, scopre che il pezzo acquistato dalla sua ospite è un falso e si offre di conferirgli un aspetto più "antico". Recatosi nelle cucine, sotto gli sguardi ammirati delle amiche della Duchessa, cosparge la scultura di una misteriosa salsa di sua creazione, e la mette in forno, dove la lascerà per tutta la notte. Ritiratosi nella sua stanza, l'antiquario rinviene un biglietto misterioso contenente un invito, il quale recita: "La dama nella sua torre sotto il castello di pietra non può dormire, il suo letto è vuoto, la stanza dei giuochi è rosa come l'aurora, vieni mio caro vieni...a giocare un poco con me."
Estasiato e inghiottito dal vortice dell'apparente vitalità giovanile della Swinging London, egli si unisce alla gang della giovane, vestendo Mod, lo stile allora predominante, ma si ritrova coinvolto in una spaventosa rissa in un prato con una banda di Rocker. Fontana scopre a sue spese la realtà di un'Inghilterra che sta rapidamente cambiando e del mito di una Londra oramai sul viale del tramonto. Arrestato dalla polizia, viene accompagnato all'aeroporto per essere rimpatriato. Mentre sta per salire sul volo che lo riporterà a casa, Dante si volta a guardare un'ultima volta la terra che tanto ama. Il suo ideale di Inghilterra è svanito per sempre? Forse no...
«Goodbye, my London town!»
Premi e riconoscimenti 
La colonna sonora è opera di Piero Piccioni. I due brani vocali del film, sono cantati da Julie Rogers, che ebbe un momento di grande successo fra il 1963 e il 1965.
You Never Told Me, scritta da Alberto Sordi, Robert Mellin e Piero Piccioni, introduzione cantata da Sordi, Lydia MacDonald e poi cantata da Julie Rogers
Richmond Bridge, scritta da Alberto Sordi, L. De Domenico e Piero Piccioni, cantata da Julie Rogers

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